L’Oltrepo Tennis Academy è un luogo dove i giovani atleti coltivano il loro talento e si preparano ad affrontare le sfide del tennis agonistico. Grazie alla collaborazione con il maestro Alberto Bovone, responsabile dell’Academy, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare alcuni di questi promettenti tennisti. Le domande sono state adattate alle esperienze e al percorso di ogni atleta, per offrire uno spaccato sincero e profondo del loro approccio allo sport.

Francesco Pansecchi
(categoria under 16, classifica 2.5)
Quali aspetti del tuo gioco pensi siano i tuoi punti di forza e su quali senti di dover lavorare ancora?
I miei punti di forza sono il servizio e il dritto, con i quali riesco quasi sempre a essere propositivo e in attacco. Penso, però, di dover lavorare maggiormente sul rovescio e sul gioco a volo per concretizzare il punto.
Come mantieni la motivazione alta durante gli allenamenti intensi e nei momenti di stanchezza?
Anche se è molto difficile mantenere sempre alta la motivazione, penso agli obiettivi che mi sono posto e da essi trovo la forza per superare la fatica.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy?
Anche se mi alleno qui da poco tempo, mi sento molto bene all’interno del gruppo e riesco a lavorare in modo professionale senza mai perdere l’entusiasmo.
Romeo Spinolo
(categoria Under 18, classifica 2.3)
Come gestisci i momenti di frustrazione o di difficoltà durante gli allenamenti?
Io solitamente in campo sono molto calmo. Infatti cerco, e le poche volte in cui sono frustrato, di nasconderlo all’avversario.
Cosa fai nel tempo libero per rilassarti o staccare dalla routine sportiva?
Nel tempo libero cerco sempre di passare molto tempo con gli amici. Sono molto socievole e appassionato di calcio. Anche se faccio scuola normale, quindi ho poco tempo per uscire.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy?
Mi piace molto stare all’interno dell’Accademia, in quanto ci sono molti ragazzi con cui condividere la mia attività. È molto seria, e per questo si può lavorare molto bene.


Bianca Baroglio
(categoria under 16, classifica 2.5)
Come gestisci i momenti di frustrazione o di difficoltà durante gli allenamenti?
Durante gli allenamenti gestisco i momenti di frustrazione e difficoltà cercando innanzitutto la motivazione che mi porta ogni giorno ad allenarmi e a fare sacrifici. Successivamente provo a capire cosa posso fare meglio. Generalmente sono più facili da gestire perché non ho la tensione della partita; al contrario, durante un match mi impegno a pensare subito al punto successivo senza rimuginare sull’errore, anche se è molto difficile.
Se potessi scegliere, quale torneo ti piacerebbe vincere e perché?
Mi piacerebbe vincere gli Internazionali di Roma. Arrivare a giocare al Foro Italico è sicuramente un grande obiettivo, in primo luogo perché è nel mio Paese e poi perché è uno dei contesti più belli dove poter giocare. Inoltre, pensare che a Roma si giochi uno dei tornei più importanti al mondo, dove passano i più grandi giocatori, mi stimola a desiderarlo.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy?
Mi piace molto l’atmosfera: ci stimoliamo a vicenda a dare il meglio, riusciamo ad allenarci seriamente con la giusta dedizione e, allo stesso tempo, a divertirci facendo quello che ci piace di più. È un gruppo ben amalgamato; ho stretto rapporti importanti di amicizia in cui ci supportiamo a vicenda. Avendo tutti la stessa passione, anche se di età diverse, ci intendiamo bene.
Nicole Maccario
(categoria Under 14, classifica 2.7)
Come affronti la pressione nei momenti decisivi di una partita?
Nei punti importanti cerco di restare concentrata e di portare l’avversaria a fare il gioco che preferisco.
Chi è il tuo idolo nel tennis, e cosa ammiri maggiormente di lui o lei?
Il mio idolo è Carlos Alcaraz perché mi piace il suo atteggiamento e la sua varietà di gioco, dalle smorzate alle discese a rete.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy?
L’atmosfera è stimolante, perché essendo la più piccola del gruppo ho la possibilità di imparare anche dalle mie compagne di allenamento più grandi. La varietà di maestri, inoltre, mi aiuta a crescere sotto tutti i punti di vista.


Filippo Apolito
(categoria Under 18, classifica 2.6)
Come mantieni la motivazione alta durante gli allenamenti intensi e nei momenti di stanchezza?
Sicuramente non è facile dare il 100% ogni giorno, però mi piace considerare ogni allenamento come un’opportunità per migliorarmi. Cerco di ricordarmelo quando sono molto affaticato, sapendo che è proprio quello che serve per migliorare il mio gioco.
Ci sono sacrifici particolari che hai dovuto fare per seguire la tua passione per il tennis?
Per quanto riguarda i sacrifici, sicuramente non è facile bilanciare lo sport con la scuola, perché magari arrivi stanco dagli allenamenti la sera e devi ancora studiare. Però è quello che a me piace fare, è la mia più grande passione, quindi lo faccio molto volentieri, anche se non è facile. Ma i sacrifici nella vita possono essere anche altri.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy?
L’atmosfera all’interno dell’Academy è molto buona. Mi sono trovato subito molto bene sia dal punto di vista dei compagni di allenamento che da quello dei maestri. Sono tutti ragazzi giovani, con idee chiare, ma sicuramente molto umili e dedicati al lavoro. Mi sono sentito subito parte di una piccola famiglia.
Alessia Bellotti
(classifica 2.4)
Quale pensi sia la qualità più importante per diventare un tennista professionista? A mio avviso, l’aspetto più cruciale per diventare un tennista di livello professionale è la mentalità. Il tennis non si basa soltanto su abilità fisiche e tecniche, ma richiede una notevole resilienza psicologica. È fondamentale saper fronteggiare la pressione, restare focalizzati nei momenti critici e mantenere un atteggiamento positivo, anche quando le circostanze sono sfavorevoli. La capacità di adattarsi, apprendere dai propri errori e non lasciarsi scoraggiare rappresenta la vera differenza tra i campioni e il resto dei giocatori.
Come ti immagini tra cinque anni in ambito sportivo? Tra cinque anni mi vedo aver raggiunto nuovi traguardi nel mondo del tennis, continuando a progredire e svilupparmi sia sul piano mentale, fisico che tecnico. Il mio scopo principale rimarrà sempre quello di migliorarmi continuamente, al di là dei risultati ottenuti. Inoltre, mi immagino un futuro lavorativo in cui potrò supportare sia bambini che si avvicinano per la prima volta al gioco, aiutandoli a intraprendere un percorso di crescita sportiva e personale, sia giovani atleti più esperti, guidandoli verso il raggiungimento del loro pieno potenziale.
E quale sarà, secondo te, la tua sfida più grande in futuro? La mia sfida più grande sarà quella di evolvermi dal punto di vista professionale, ovvero nel mio ruolo di “futura” insegnante. Non si tratta solo di migliorare il mio livello tecnico, ma di affinare le mie capacità di trasmettere conoscenze e ispirare chi si affida a me. Dovrò trovare il modo di adattare il mio approccio in base alle esigenze di ogni allievo, che siano principianti o atleti esperti, aiutandoli a raggiungere i loro obiettivi. La sfida sarà crescere non solo come tennista, ma anche come guida e punto di riferimento per chi vuole migliorarsi in questo sport.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy? L’atmosfera all’interno dell’Academy è molto stimolante e positiva. C’è un forte senso di squadra, anche se il tennis è uno sport individuale. Tutti sono concentrati sul miglioramento, e questo crea un ambiente competitivo ma allo stesso tempo collaborativo. Gli allenatori e lo staff tecnico sono sempre disponibili a darti consigli e a spingerti oltre i tuoi limiti, e i compagni di allenamento sono una fonte di motivazione. C’è molta fiducia reciproca, e ognuno condivide l’obiettivo comune di crescere come tennista e come persona. È un gruppo che ti sprona a dare sempre il massimo.


Carolina Dibenedetto
(categoria under 18, classifica 2.5)
Quale pensi sia la qualità più importante per diventare un tennista professionista? Per me la qualità più importante per diventare un tennista professionista è la capacità di tenere sotto controllo sé stesso e ciò che lo circonda. In questo modo si riesce a trovare la soluzione al problema in un tempo molto breve, diminuendo così i passaggi a vuoto che ci possono essere in una partita.
Come ti immagini tra cinque anni in ambito sportivo? Tra cinque anni spero di essere una tennista competitiva, che ha raggiunto parte dei suoi obiettivi e pronta a lavorare per raggiungere i prossimi. Credo che sarò un po’ come sono ora, un’atleta che si diverte in campo, ma con più consapevolezza e capace di andarsi a prendere le proprie vittorie. Sarebbe bello giocare dei tornei abbastanza importanti, vedremo cosa mi riserva il futuro.
E quale sarà, secondo te, la tua sfida più grande in futuro? Il tennis è fatto di alti e bassi. Come ci sono i momenti positivi, ci sono quelli negativi. Sicuramente ci saranno periodi più difficili nel mio percorso tennistico e sarà una sfida continua superarli, che dipendano da aspetti mentali o fisici. Accettare ciò che capita e lavorare da subito per porre rimedio, giorno dopo giorno. Alla fine il tennista vive di sfide, e dedica la maggior parte del tempo a provare a superarle.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy? Un po’ più di tre anni fa mi sono affidata ad Alberto Bovone che lavorava a Vicenza. Quando ha deciso di spostarsi nel Pavese, ho deciso di seguirlo. All’Oltrepo Tennis Academy ho trovato fin da subito uno staff molto presente e con tanta voglia di trasmettere qualcosa agli atleti. Oltre alle ottime qualifiche, credo che le due caratteristiche fondamentali degli allenatori siano il rapporto umano e la disponibilità, che a parer mio stanno alla base per poter costruire insieme un progetto. Per quanto riguarda l’ambiente, è molto leggero e divertente. Ci si riesce a stimolare a vicenda e il gruppo è molto unito. Ormai siamo un po’ come una famiglia. Abbiamo anche un mental coach molto disponibile e pronto ad aiutarci nel momento del bisogno. Sono molto contenta dell’aria che si respira al circolo; ogni giorno ti senti motivato, sapendo che c’è chi ti supporta e ti guida nel tuo percorso.
Gabriele Bosio
(classifica 2.2, 846 ATP Best Ranking)
Cosa pensi che il tennis ti abbia insegnato su te stesso che non avresti potuto scoprire altrimenti? Il tennis ti pone di fronte a delle battaglie personali perché gran parte di ciò che sei fuori te lo porti in campo. Sicuramente la solitudine che provi quando viaggi nei posti più sperduti del mondo è una cosa che, nel mio caso, mi ha fatto scoprire alcuni lati di me che non avrei potuto scoprire altrimenti. Più sono in condizioni estreme e più il mio carattere viene fuori, e il tennis sotto certi punti di vista è molto estremo.
Cosa fai nel tempo libero per rilassarti o staccare dalla routine sportiva? Nel tempo libero cerco di stare con persone che non conoscono questo sport oppure con persone con cui sento di essere a casa. Oppure mi tengo impegnato portando avanti le mie passioni, come la musica o la lettura.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy? L’atmosfera che si respira è positiva. Cerchiamo di fare gruppo per spingerci sempre di più a fare meglio le cose, anche se abbiamo età diverse.


Lisa Marie Sartori
(categoria under 16, classifica 2.7)
Ci sono sacrifici particolari che hai dovuto fare per seguire la tua passione per il tennis? Durante il mio percorso tennistico ho dovuto fare tantissimi sacrifici. Quest’estate facevo ogni giorno sei ore di viaggio tra andata e ritorno solo per potermi allenare, siccome non c’erano altre possibilità. Anche venire ad allenarmi all’Oltrepo è un sacrificio, perché sono lontana da casa e ho dovuto fare dei cambiamenti, ma siccome il tennis è la mia passione, questi sacrifici non mi pesano. Anzi, li faccio volentieri perché so che mi aiuteranno a crescere!
Quali aspetti del tuo gioco pensi siano i tuoi punti di forza e su quali senti di dover lavorare ancora? Il mio punto di forza è sicuramente il rovescio, devo invece migliorare il gioco in anticipo e il venire avanti, siccome a fondo campo mi muovo abbastanza bene. Devo anche migliorare nell’essere più positiva in campo senza criticarmi troppo.
Cosa ti ha attirato dell’Oltrepo Tennis Academy rispetto ad altre strutture? Mi ha attirato subito l’ambiente bello e le persone. I maestri ti seguono e ci tengono a farti migliorare. È un posto dove mi sento a mio agio e so che mi posso fidare del lavoro che i maestri e i preparatori stanno facendo su di me per farmi migliorare. So che sono in buone mani qui!
Alessandro Maina
(categoria under 16, classifica 2.6)
Come ti immagini tra cinque anni in ambito sportivo? Tra cinque anni mi immagino di essere un tennista felice del lavoro che sta facendo, che sta iniziando a togliersi qualche soddisfazione e raggiungere obiettivi. Lottare contro i migliori giocatori del mondo, essere tra i migliori giocatori italiani. Giocare per la mia nazione in Coppa Davis.
E quale sarà secondo te la tua sfida più grande in futuro? Il tennis è uno sport molto complicato, soprattutto dal punto di vista mentale. Nella mia testa c’è una sfida in corso, ovvero cercare di raggiungere il 100% delle mie potenzialità. Ogni giorno lavoro per aggiungere una piccola percentuale fino ad arrivare al completamento del cerchio.
Come affronti la pressione nei momenti decisivi di una partita? Nei momenti decisivi di una partita, se sono in un periodo di fiducia, li gestisco molto bene: sereno, coraggioso, tranquillo e positivo. Invece, sto lavorando molto sulla gestione dei momenti decisivi in un periodo di sfiducia, perché mi capita di essere troppo remissivo, aspettare l’errore dell’avversario, poco coraggioso.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy? Ho intrapreso questo percorso all’Oltrepò Tennis Academy da circa un anno. L’atmosfera che c’è nell’Academy è fantastica, una grande famiglia, ragazzi educati e molto simpatici. Allenatori di tennis e di preparazione atletica molto disponibili, preparati, attenti nei minimi dettagli e subito pronti ad aiutarti nei momenti di difficoltà. Abbiamo anche a disposizione un mental coach, molto utile per migliorare la parte mentale, e Davide Cassinello, il preparatore atletico di Lorenzo Sonego.


Siana Baneva
(categoria Under 18, classifica 2.7)
Quali aspetti del tuo gioco pensi siano i tuoi punti di forza e su quali senti di dover lavorare ancora? I miei punti di forza nel gioco sono diritto e rovescio, l’aggressività nel colpo. Sento di dover lavorare sui colpi di sensibilità, come il back e le volée.
Se potessi scegliere, quale torneo ti piacerebbe vincere e perché? Mi piacerebbe vincere Wimbledon, perché sin da piccola è stato il mio obiettivo e sogno. Proprio Wimbledon perché è bello l’ambiente e, fin da piccola, mi incantavo davanti alla coppa durante le premiazioni.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy? L’atmosfera all’Oltrepò è armoniosa, ben organizzata e accogliente. Quello che mi colpisce di più è l’atmosfera: tutti siamo uniti, siamo un gruppo unico. È presente una forte collaborazione e amicizia, sia tra allenatori sia tra compagni di allenamento; è un luogo dove si cresce insieme, sostenendosi a vicenda e condividendo divertimento, fatica e mille sorrisi.
Massimo Brambati
(classifica 2.4)
Cosa pensi che il tennis ti abbia insegnato su te stesso che non avresti potuto scoprire altrimenti? Penso che il tennis mi abbia permesso di conoscere la mia persona a 360 gradi e in qualsiasi situazione. In particolare, mi ha fatto capire che sono una persona resiliente e che, per quanto le cose possano andare male, trovo sempre una motivazione per andare avanti. Il tennis quindi mi ha insegnato tanto su chi sono, perché mi ha permesso di conoscermi sia quando le cose vanno bene sia quando vanno male.
Come affronti la pressione nei momenti decisivi di una partita? Durante i match capita praticamente sempre di avere momenti di pressione (a volte più, a volte meno). Nella mia “carriera” ho sempre sperimentato come affrontarla, perché non è mai stato il mio punto forte… quindi ho spesso proceduto per tentativi. Attualmente sono arrivato a essere molto tranquillo nei momenti di pressione perché so bene come comportarmi. In quei momenti, cerco di avere di base un pensiero positivo e distaccato da fattori come il punteggio; in più, il mio focus va su come voglio affrontare il punto successivo e su cosa voglio fare. Questo è quello che mi permette di affrontare al meglio la pressione.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy? L’Academy per me ormai è come una seconda casa perché, al di là del campo, ho trovato persone con cui condividere la mia passione e con cui ho piacere a condividere me stesso. Penso che sia fondamentale l’atmosfera che si vive: tranquilla e giocosa quanto seria e stimolante. Questo crea il giusto equilibrio per permettere a un atleta di esprimersi al meglio. La cosa molto bella è che questa atmosfera esiste tra noi ragazzi, tra i maestri e anche tra maestri e ragazzi. Anche tutte le situazioni fuori dal campo sono molto piacevoli e ci uniscono tanto. Tutto questo non toglie la componente individuale del nostro sport, perché comunque c’è tantissima competizione, sempre sana.


Tommaso Matti
(categoria Under 12, classifica 3.3)
Se potessi scegliere, quale torneo ti piacerebbe vincere e perché? Mi piacerebbe molto vincere l’Australian Open perché sono un giocatore che gioca meglio sul veloce, e quindi mi piacerebbe vincerlo.
Chi è il tuo idolo nel tennis, e cosa ammiri maggiormente di lui o lei? Il mio idolo è Alcaraz perché è potente, rapido e tira forte, proprio come il mio gioco.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy? L’atmosfera è bella, i maestri sono bravi, e la struttura è moderna e completa.
Rachele Barbieri
(categoria Under 12, classifica 4.1)
Chi è il tuo idolo nel tennis, e cosa ammiri maggiormente di lui o lei? Il mio idolo nel tennis (anche se è un po’ scontato) è Nadal, perché mi piace molto come sta in campo e come si comporta. Ammiro molto in lui la sua tranquillità mentale e la sua esplosività nei colpi.
Quali aspetti del tuo gioco pensi siano i tuoi punti di forza e su quali senti di dover lavorare ancora? Secondo me, il mio punto di forza è il diritto, perché quando lo gioco mi sento molto libera. Invece, il mio punto debole è il rovescio; in realtà non ho un motivo preciso, sento solo che è un colpo debole.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy? Descriverei l’Academy come un ambiente sereno e affiatato.


Andrea Albiero
(classifica 2.6)
Quale pensi sia la qualità più importante per diventare un tennista professionista?
È difficile trovare tra le qualità che caratterizzano un tennista professionista una che spicchi tra tutte, ma dovendo scegliere direi assolutamente l’abnegazione. Letteralmente, è la dedizione assoluta e disinteressata al bene altrui o ai propri doveri, spesso accompagnata da una consapevole rinuncia ai propri interessi. Un mantra comune a tutti i tennisti è “l’ossessione batte il talento”; ecco, l’abnegazione è lo step successivo. Essa è un totale sacrificio verso qualcosa, il tennis nel nostro caso, in modo da essere tutt’uno con lo sport che si pratica. L’esempio più eclatante è sicuramente quello di Djokovic, che nel suo libro “Il punto vincente” mette a nudo tutti i sacrifici che l’hanno portato in cima alla vetta mondiale: svegliarsi presto la mattina, seguire una dieta rigida e controllata, rinunciare a passare tempo con gli amici, andare a letto presto. La costante ricerca della perfezione sia in campo che fuori è ciò che fa la differenza. E per farlo bisogna essere pronti ed entusiasti di dare il 100% di se stessi.
Come affronti la pressione nei momenti decisivi di una partita?
L’aspetto mentale è sicuramente il più importante nel repertorio di un tennista, ma allo stesso tempo il più trascurato. Per gestire la tensione durante i momenti decisivi di una partita, i tennisti usano una vasta gamma di strategie, ma poche di queste sono funzionali. Io ho avuto la fortuna di poter lavorare con diversi professionisti su questi aspetti oscuri che tormentano le partite di noi giocatori, e i risultati sono stati eclatanti. Mi sono state insegnate tecniche di rilassamento e visualizzazione che rientrano nel campo della mindfulness e EMDR da utilizzare sia durante il gioco che nei cambi campo, ma qui mi fermo perché, come si dice, sono segreti del mestiere. Certamente posso dire che, applicati in maniera costante e corretta, sono in grado di migliorare notevolmente le prestazioni. Un’altra tecnica che uso per rilassarmi nei momenti di pressione deriva da un ragionamento apparentemente semplice, ma che in realtà è tutt’altro. Giochiamo a tennis, non siamo cardiochirurghi con una vita in mano da salvare, non siamo soldati in guerra, non siamo genitori che devono preoccuparsi di portare il cibo a casa. Quella che proviamo noi non è pressione, è un onore. Ci sono milioni di ragazzi che darebbero l’anima per essere nella nostra stessa situazione, quindi perché non sfruttarla al meglio?
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy?
Uno staff eccellente, una struttura rinnovata e un’organizzazione efficiente fanno dell’Oltrepò Tennis Academy il posto perfetto per una crescita tennistica, ma anche personale. La struttura ospita un numero ristretto di atleti, tutti di alto livello, il che favorisce un ottimo lavoro diretto con i coach, ma anche un clima unito e coeso tra tutti i ragazzi e i membri dello staff, creando una sorta di grande famiglia. In un solo anno di lavoro posso dire di essere cresciuto tantissimo sotto tutti i punti di vista, e non vedo l’ora di intraprendere un nuovo percorso di lavoro insieme.
Martina Barbieri
(categoria Under 16, classifica 2.8)
Come affronti la pressione nei momenti decisivi di una partita?
Nei momenti decisivi della partita cerco di non pensare al punteggio, ma di concentrarmi sul mio gioco e su quello che devo fare.
Quali aspetti del tuo gioco pensi siano i tuoi punti di forza e su quali senti di dover lavorare ancora?
I miei punti di forza sono la solidità da fondo campo e il fatto di avere diritto e rovescio abbastanza simili. Sento invece di dover lavorare ancora sul servizio e sull’ampliamento del mio bagaglio tecnico.
Come descriveresti l’atmosfera e il gruppo di lavoro all’interno dell’Academy?
Sono arrivata all’Oltrepò Tennis Academy da poco tempo, e tutti si sono dimostrati molto accoglienti e gentili. Nonostante si respiri la grande professionalità dei maestri e dei preparatori atletici, non si perde mai occasione di divertirsi e scherzare insieme.
