Rondini agli Internazionali d’Italia 2014

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Nella foto il Team Wilson e a destra Paolo Rondini in azione.


 

Paolo Rondini ha realizzato un sogno: ha partecipato agli Internazionali d’Italia. Certo, non come giocatore, ma a loro stretto contatto, essendo stato selezionato tramite l’ERSA, l’associazione europea degli incordatori a partecipare come incordatore ufficiale del torneo. Paolo, titolare di Prostringer, si è lasciato intervistare e ci racconta la sua esperienza.
 

 

Ciao Paolo raccontaci come andata a Roma.

Ciao a tutti i tennisti pavesi. Esperienza spettacolare!!! Anche se molto impegnativa. Ho incordato circa 120 racchette con una media di 20 al giorno. Facevo parte del Team Wilson. Eravamo 8 incordatori su 8 macchine Wilson Baiardo che lavoravano dalle 7 del mattino sino ad oltre le 22. Praticamente un full-time da giovedì a giovedì dalle qualificazioni ai quarti di finale. Poi per gli ultimi tre giorni sono rimasti solo 4 incordatori.

 

 

Ma incontravi direttamente i giocatori e le giocatrici?
Si certo, noi eravamo nella Stringing Room ed avevamo libero accesso alla zona giocatori. Mi è capitato di essere di fianco ai grandi del tennis mentre si prendevano un caffè o si rilassavano con i passatempi messi a disposizione dall’organizzazione del torneo. Spesso erano gli stessi giocatori che richiedevano l’incordatura. A volte addirittura chiedevano consigli per come preparala a seconda dell’avversario, delle condizioni dei campi o dell’orario del loro match.

 

 

Oltre ad incordare avevate tempo di godervi il circo mediatico di Roma?
Beh molto tempo no, ma potevamo certamente buttare qualche occhiata sui campi nelle pause pranzo o nei pochi momenti di minore carico di lavoro.

 

 

Chi era il giocatore più simpatico?
Non ho dubbi: con noi il più simpatico è stato Radek Stepanek. Assolutamente un burlone. Non passava volta in cui quando entrava non facesse ridere tutti con una battuta o uno scherzo.

 

 

Come vogliono incordare i professionisti?
Innanzitutto ho notato come le tensioni sono spesso contenute, specie nei casi di incordature complete in poliestere. Non ho preso nota delle tensioni dei vari giocatori, a sensazione direi che per gli uomini la tensione media è sui 22 kg e per le donne un po più alta, con alcune giocatrici vicine ai 30 kg. La cosa che mi ha colpito di più è la diffusione nell’utilizzo del budello, molto elevata, specie nei giocatori intorno ai 30 anni. Lo ho sempre montato in ibrido, sia sulle orizzontali che sulle verticali.  Tra le racchette che ho incordato personalmente la tensione più bassa è stata 9,5kg, la più alta 62 libbre. Altra cosa che mi ha colpito molto è la sensibilità che alcuni dei pro hanno dimostrato di avere, alcuni di loro sono veramente esigenti e richiedono il massimo agli incordatori.

 

 

Nel ringraziarti dell’intervista ti chiedo se un esperienza del genere ti ha gratificato otre che sul piano professionale anche su quello umano?
Sicuramente i complimenti che abbiamo sentito durante una telecronaca di Sky in cui dicevano che i giocatori erano  in questa edizione particolarmente soddisfatti dal Team di incordatori ci ha ripagato di tutte le nostre fatiche.  Direi che questo è stato la ciliegina sulla torta di una magnifica settimana.  Anche il bel clima umano che sì è creato nel Team Wilson, peraltro organizzato alla grande, è una cosa che mi rimarrà impressa nella memoria, ci siamo sentiti tutti come un gruppo di amici che si conoscono da anni.

 

 

Un ultimo aneddoto?
Si, posso dire di non aver sbagliato neanche una incordatura durante tutto il torneo! Tornato a casa però ero talmente cotto che le prime due incordature le ho dovute rifare!!!

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