La cultura alla quale facevo riferimento.
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TENNIS & CULTURA
“La Grande Vittoria di Jannik Sinner” Se Roger Federer rappresenta l’arte del gioco, Rafael Nadal è l’agonismo, mentre Novak Djokovic la scienza. In tal maniera Nole Djokovic chiude colSee more successo di Torino una stagione dominata, in cui ha sfiorato nuovamente l’impresa del Grande Slam. Nel contempo, il giovane finalista Jannik Sinner si è reso protagonista di un risultato eccezionale.
Impattava Nole sul campo grazie a quattro vittorie e una sconfitta; fatti capaci di riflettere le prestazioni di entrambi. Ma il tennis è da sempre una disciplina volta a determinare un solo vincitore, ponendo a confronto due soli elementi: vittoria e sconfitta. Risvolti opposti, definiti “impostori” dalla penna di Rudyard Kipling nella poesia “If” (Se), e incorniciati sul muro d’ingresso del “Centre Court” di Wimbledon. Fin dagli albori la formula a eliminazione diretta caratterizza il gioco, in modo da garantire un riscontro etico e sportivo. In altri termini, quando si perde in un torneo di tennis si viene eliminati senza possibilità di rientro. Del resto, se i principi fondanti del regolamento della disciplina vengono alterati il prodotto cambia radicalmente. Per cui, a seguito delle circostanze occorse alle Finals, vien spontaneo chiedersi se il pareggio sia mai esistito nella storia dello sport di racchetta più famoso del mondo.
Ebbene, nelle corti europee rinascimentali si praticava il “Real Tennis, autentico antesignano dell’attuale “Lawn Tennis”. Nel XVI secolo, oltre Manica, l’Imperatore Carlo V giocava in doppio con il principe di Orange contro re Enrico VIII e il marchese di Brandeborow. A seguito degli undici “Game” disputati l’arbitro dichiarava il pareggio, occorrenza non prevista dal regolamento. Tra lo stupore generale, la decisione costituiva l’unica via in grado di evitare l’imbarazzo diplomatico di affermare un vincitore tra l’Imperatore del Sacro Romano Impero e il Re d’Inghilterra, e per il giudice di gara salvarsi la testa.
Fortunatamente, nel tennis contemporaneo, la testa delle persone non è mai in pericolo, se non per la funzione cognitiva relativa alla capacità di pensiero, per dirla alla Zygmunt Bauman. Così, Sinner entra nelle case degli italiani grazie a vittorie strepitose perché, secondo un vecchio adagio, il grande pubblico capisce solo chi vince. Difatti, alcuni imputano al giovane italiano l’ingenuità di aver mancato l’uso del “Biscotto” nell’incontro con Rune, per eliminare dalla competizione Djokovic. Eppure, a mio singolare avviso, il “Biscotto” non era una idea praticabile. Tale bassezza lo avrebbe esposto enormemente in caso di insuccesso e, più ancora, all’interno di un evento casalingo. Per questa ragione ritengo giusta la scelta di Sinner che accede tra le mura domestiche nazionali proprio in virtù della sua onestà, della sua educazione. Anticorpi necessari al tennis del terzo millennio per fronteggiare la deriva culturale dovuta allo sfruttamento commerciale prodotto dal sistema. Fenomenologia inevitabile quando uno sport allarga i propri confini. Nondimeno, leggendo vari commenti, emerge come diverse persone siano rimaste colpite dal comportamento di Jannik, dentro e fuori dal campo. Di questi tempi la gente ha bisogno di buoni esempi, speriamo faccia scuola. Questo risultato potrebbe essere per Jannik Sinner e per tutti gli appassionati la più grande vittoria.
If Roger Federer represents the art of the game, Rafael Nadal is the agonism, while Novak Djokovic is the science. In this way Nole Djokovic closes a dominated season with Turin’s success, in which he brushed again the Grand Slam business. Meanwhile, young finalist Jannik Sinner has starred in a remarkable result.
Nole had an impact on the field with four wins and one defeat; able to reflect the performance of both. But tennis has always been a discipline aimed at determining only one winner, comparing only two elements: victory and defeat. Opposite faces, defined as “impostors” by Rudyard Kipling’s pen in the poem “If” (If), and framed on the entrance wall of Wimbledon’s “Centre Court”. From the beginning the direct elimination formula characterizes the game, so it guarantees an ethical and sporting match. In other words, when you lose in a tennis tournament you are eliminated with no possibility of comeback. After all, if the founding principles of the regulation of discipline are altered, the product radically changes. Therefore, following the circumstances at the Finals, it comes spontaneously to wonder if a draw ever existed in the history of the most famous racquet sport in the world.
Well, in the European Renaissance courts they practiced “Real Tennis, an authentic sign of the current “Lawn Tennis”. In the 16th century, across the English Channel, Emperor Charles V played doubles with the Prince of Orange against King Henry VIII and the Marquess of Brandeborough. Following the eleven disputed “Games” the referee declared a draw, an event not foreseen by the rules. Among general surprise, the decision was the only way to avoid diplomatic embarrassment of declaring a winner between the Holy Roman Empire and the King of England, and for the judge to save his head.
Fortunately, in contemporary tennis, people’s heads are never in danger, except for the cognitive function related to the thinking capacity, to say Zygmunt Bauman. Thus, Sinner enters the houses of Italians thanks to stunning victories because, according to an old adage, the general public understands only who wins. In fact, some blame the young Italian for naivety of not using the “Biscotto” in the match with Rune, to eliminate Djokovic from the competition. Yet, on my own note, the “Biscuit” was not a viable idea. Such lowliness would have exposed him immensely in case of failure and even more so, at a home event. For this reason I think it is right that Sinner’s choice to enter the national domestic walls because of his honesty, his politeness. Antibodies needed in third millennium tennis to counter cultural drift due to commercial exploitation produced by the system. Unavoidable phenomenon when a sport expands its boundaries. Nevertheless, reading various comments, it emerges that several people were affected by Jannik’s behaviour, on and off the pitch. Nowadays people need good examples, hopefully they go to school. This result could be the biggest victory for Jannik Sinner and all the fans. ·